"Non ti Pago!"

venerdì 4 luglio 2008

Oh guardate un pò, sono i fratelli fruncillo!!
Sono uno spasso insieme.




Un pò di soria


La commedia viene messa in scena per la prima volta dalla compagnia "Teatro Umoristico I De Filippo", l'8 dicembre 1940 al Teatro Quirino di Roma con Eduardo nella parte di Ferdinando Quagliuolo e il fratelllo Peppino che impersona l'antagonista Mario Bertolini; il successo sia di critica che di pubblico è più che soddisfacente. Va detto che una certa parte di critica era portata ancora, in quegli anni a sottovalutare l'importanza dei De Filippo come autori, pur riconoscendo le straordinarie capacità di attori ma, la giusta valutazione dell'arte drammaturgica dei De Filippo cominciò a manifestarsi nella critica proprio a partire da Non ti pago; importante fu il giudizio dato da Ennio Flaiano che affermò qualche tempo dopo: «Senza esagerare ci si accorge che sono più vicini loro alla letteratura di quanto non lo siano molti autori d'oggi al teatro».
L'espediente dell'anatema che Ferdinando lancia a Bertolini, assente nella prima edizione della commedia, fu lanciato nell'omonimo film del 1942 di Carlo Ludovico Bragaglia, interpretato dai tre fratelli De Filippo.
Non ti pago fu registrata per la televisione il 13 gennaio 1956 in diretta dal Teatro Odeon di Milano con interpreti, tra gli altri, Dolores Palumbo, Isa Danieli, Ugo D'Alessio, Luisa Conte accanto allo stesso Eduardo.



Trama


Ferdinando Quagliuolo ha ereditato la gestione di un "banco lotto" dopo la morte del padre; il suo antagonista, Mario Bertolini che ivi lavora, fa la corte alla figlia Stella, sfidando la contrarietà del genitore, ma avendo dalla sua parte la madre della ragazza e moglie di Ferdinando, Concetta. Dopo la clamorosa vincita di Bertolini che dichiara di aver ricevuto i numeri vincenti in sogno dal padre di Ferdinando, si acuiscono i contrasti fra i due fino al gesto di Ferdinando che, invidioso, si impossessa del biglietto vincente e si rifiuta di pagare la vincita. Secondo Ferdinando la vincita spetta a lui di diritto in quanto è stato suo padre ad apparire in sogno al Bertolini, a detta del protagonista per mero errore di persona. Per far valere i suoi presunti diritti, Ferdinando si rivolge all'avvocato Strumillo e al parroco Don Raffaele che non possono che dargli torto. Solo contro tutti nei suoi accessi di invidia, Ferdinando, spalleggiato ormai solo dal tonto uomo di fatica Aglietiello, lancia un pesante anatema contro il Bertolini, augurandogli sventure "fino alla settima generazione" al momento della restituzione del biglietto vincente. In seguito alle disgrazie capitate al Bertolini, Ferdinando, soddisfatto, ottiene la rinuncia ad incassare la vincita da parte del rivale, acconsentendo al matrimonio di Mario con la figlia dandole in dote proprio l'ammontare della "sua" vincita.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

salve sono un ragazzo di padova cui piace organizzare spettacoli teatrali...recentemente son venuto a conoscenza di una attrice di teatro proveniente dalla Macedonia! lei e la sua compagnia sarebbero interessati a creare un gemellaggio con una compagnia teatrale italiana! vi prego di contattarmi se interessati: andrealov@hotmail.it